Appartamento Cerruti in piazzetta Bossi, Milano

progetto
1968
realizzazione
1968
localizzazione
committenza

Cerruti, Nino

descrizione
leggi tutto chiudi

L'appartamento, progettato come saltuaria abitazione per una giovane coppia, sorge in un palazzo del centro da poco restaurato con lo scopo di realizzare nuovi uffici. Per questo presenta una tipologia domestica atipica, in cui a una superficie di ridotte dimensioni corrisponde uno notevole sviluppo in altezza.

Magistretti coglie l'insolita disposizione come opportunità per disegnare un complesso gioco di volumi che s'incastrano a rileggere in una scenografica chiave contemporanea la preziosa lezione del "Raumplan", elaborata da Adolf Loos agli inizi del XX secolo: un vasto spazio accoglie su più livelli la zona giorno informale, in cui l'immacolata moquette riveste tanto i pavimenti, quanto i parapetti in muratura posti a protezione delle brevi rampe di scale, trasformandoli in sedute moltiplicabili con la semplice aggiunta di cuscini in cuoio nero. Dal soggiorno è possibile raggiungere un soppalco sagomato realizzato in legno, con la zona notte e un'area lettura percorsa da ininterrotte e sottili mensole che ne popolano la parete di fondo. Sotto il soppalco, una piccola cucina è nascosta da una parete a soffietto e servita da un piano in ottone satinato che, scorrendo sotto la scala grazie a un binario, compare o scompare fungendo da ampio tavolo da pranzo. Dal soffitto pendono due eteree sculture luminose, disegnate da Magistretti (e realizzate dalla ditta milanese di Piero Melotti) come lunghi steli, di nuovo in ottone, che reggono ciascuno quattro sfere in vetro di Murano: sono tra le poche presenze in un ambiente altrimenti improntato all'oculatezza dell'arredo, che - scrive il progettista - «quanto più è spoglio tanto più è suggestivo». Accanto ai lampadari fanno capolino divani ideati da Magistretti per Cassina e tavoli per Gavina ma, soprattutto, l'appartamento Cerruti diviene il palco per il debutto di "Chimera", la lampada da terra immaginata per Artemide come un flessuoso foglio di plexiglas bianco e ondulato che raggiunge un'altezza di centottanta centimetri.

A metà del percorso tra la quota del soggiorno e quella del soppalco è incuneato, in posizione defilata, l'ambiente dei servizi igienici mentre l'omogeneità delle finiture di pareti, ribassamenti e intradossi - tutti dipinti in bianco lucido - contribuiscono a dilatare la percezione visiva delle reali dimensioni di questo alloggio uniambientale, in grado di accogliere feste per un centinaio di persone.

categorie

architettura per la residenza, il terziario e i servizi

scheda a cura di Maria Manuela Leoni
stessa tipologia
stessi anni