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Magistretti e la Liguria: genius loci versus Movimento Moderno

La lezione di Rogers

Molte delle opere più interessanti di Magistretti sorgono in un preciso contesto geografico: la Liguria, a cui lo legano non solo le numerose architetture realizzate ma anche i rapporti con importanti aziende con cui Vico collabora in qualità di designer (tra le altre, Schiffini). E proprio la Liguria si rivela un'interessante terreno per la messa in campo dell'approccio al genius loci (codificato in architettura dal maestro di Magistretti, Ernesto Nathan Rogers, con il termine di "preesistenze ambientali"), divenuto uno dei temi portanti di tutta l'attività di Magistretti architetto. Secondo la nota teoria, infatti, il contesto in cui l'opera s'inserisce è di fondamentale importanza per definirne le peculiarità, sia costruttive sia tipologiche, che devono derivare dall'approfondita conoscenza della storia costruttiva del luogo. Un orientamento che attraversa tutta la produzione più matura di Magistretti e che certamente si rivela fondamentale per comprendere il ruolo di opere come le case a Framura o la celeberrima Casa Arosio, pietra dello scandalo al C.I.A.M. di Otterlo del 1959 che, insieme tra le altre alla Torre Velasca di Rogers e colleghi del gruppo BBPR, contribuisce a rendere evidente l'ormai incompatibile approccio italiano agli insegnamenti del Movimento Moderno. A proposito di questa vicenda lo stesso Magistretti ricorderà che «Il mio amico e maestro Ernesto Nathan Rogers mi chiamava il suo "primo allievo" perché ero stato cronologicamente il primo studente a cui aveva parlato "ex cathedra" [...]. Dopo un po' di anni ho partecipato con Lui, Gardella e De Carlo all'ultimo congresso del C.I.A.M. a Otterlo-Olanda dove il Sacro Collegio, in questo caso del C.I.A.M. ci ha scomunicati perché avevamo osato utilizzare, nelle nostre architetture presentate, elementi legati all'architettura del paesaggio locale circostante. Nel mio caso, molto modestamente, le persiane alle finestre. Ricordo ancora lo scontro, le risate e anche la convinzione di andare per la nostra strada. Mi pare di ricordare che le riunioni del C.I.A.M. siano finite lì» (tratto da Casa Tanimoto. Relazione di progetto). 

Arenzano e le altre

Le caratteristiche che accomunano tra loro le opere liguri - molto diverse per quanto concerne destinazioni d'uso, tipologia e periodo di costruzione - sono l'elemento che meglio spiega la filosofia progettuale adottata da Magistretti, che si spinge a recuperare materiali della tradizione come i tetti in ardesia o le facciate bianche intonacate al grezzo, che meglio si adattano al clima. Accanto ai materiali, compaiono elementi tipicamente mediterranei quali gli scuri in legno per le finestre, considerate dai più intransigenti discepoli di Le Corbusier al C.I.A.M. un vero e proprio affronto al dogma della nuda fenêtre en longueur e trasformate da Magistretti nell'oggetto di molte riflessioni sul progetto (Schizzo di studio per le finestre della Casa Arosio).

In quest'ottica, dunque, si rivela fondamentale la rilettura di edifici come la Locanda dell'Angelo ad Ameglia, la cui sagoma reinterpreta le figure più tipiche delle cascine che popolavano la campagna ligure (la Locanda vista dalla campagna ligure), o il folto gruppo delle opere realizzate ad Arenzano, fortunata occasione progettuale nata dalla collaborazione con la Cemadis in concomitanza con la realizzazione del piano di lottizzazione della cittadina costiera, che vede Magistretti impegnato a disegnare numerose case di villeggiatura. Non solo la già citata casa Arosio, ma anche altri piccoli gioielli mediterranei quali la Casa Gardella , con le sue falde in ardesia locale e il tetto giardino (la casa in una fotografia d'epoca), e i molti progetti non realizzati, che culmineranno con la spagnola casa di vacanza a Roca Llisa.


Maria Manuela Leoni

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