Il progetto per la lampada a luce diffusa Tikal nasce dall'idea ricorrente delle membrane per la modulazione della luce, alla base del riuscito progetto di Eclisse degli anni Sessanta. La medesima formula, basata sulla regolabilità dell'intensità luminosa praticata grazie a una trasformazione formale di elementi, dà vita alla lampada Tikal, una sorta di elmetto creato da due elementi disassati, la base fissa, su cui trasla un secondo elemento mobile. Risultato di geometrie in movimento che determinano la configurazione variabile dell'oggetto nello spazio, come di consueto la lampada non esibisce alcun elemento meccanico che ne espliciti il funzionamento interno. Il progetto Tikal del 2005 rappresenta l'evoluzione di un precedente brevetto per una lampada a flusso luminoso regolabile (Brevetti, N. 967642, Italia, 20 settembre 1972) depositato nel 1972 e la formalizzazione di un concetto già usato per la lampada Eclisse nel 1965 e per Dalù del 1969.
Alluminio. Bianco, grigio, blu notte
AAVV, Vico Magistretti. Intuizioni concettuali tra modernità e tradizione, Milano, RCS 2016, Lezioni di Architettura e Design, pp./nn. 35
Domus 2005, 883, pp./nn. 35-37
- unità n. 2 - segnatura: Tikal (7 immagini)
- unità n. 310 (1 immagine)
- unità n. 354 (1 immagine)
- unità n. 6035 (2 immagini)
- unità n. 99 - segnatura: 2 (1 immagine)
- unità n. 426.3 - segnatura: 430 Artemide (44 immagini)
- unità n. 355 (4 immagini)
- unità n. 430.32 - segnatura: Schizzi vari (2 immagini)
- unità n. 428.11 - segnatura: Schizzi vari (1 immagine)
- unità n. 62 - segnatura: Lampada a flusso variabile (6 immagini)
- unità n. 427.7 - segnatura: Artemide lampade e varie (4 immagini)
- unità n. 941 - segnatura: 420 (14 immagini)