Casa in corso di Porta Ticinese, Milano
Ellem (società)
Società Immobiliare Del Ponte
Struttura portante: Travi e pilastri in cemento armato
Facciata: intonaco terranova color terra d'ombra; cemento martellinato (pilastri)
Serramenti: in legno (alloggi)
Copertura: a falde inclinate
L'edificio. sviluppato su cinque piani fuori terra (di cui il primo destinato a negozi), s'inserisce nella cortina edilizia lungo il corso di Porta Ticinese come intervento di ricucitura reso necessario dai danni provocati dalle bombe della seconda guerra mondiale. Il tema dominante è perciò, ancora una volta, quello del rapporto con le preesistenze e la tradizione costruttiva milanese che Magistretti affronta individuando, scrive Gio Ponti sulle pagine di Domus, «il limite giusto nel risolvere un'architettura vincolata a un ambiente edilizio" attraverso un fronte sobrio e misurato. "Si tratta - scrive ancora Ponti - di architettura-facciata e qui l'architetto, anziché tentare di evadere da questo dato di fatto (ogni architetto moderno concepisce l'architettura-volume) con aggetti, arretramenti o balconi, ha risolto il problema con una nitida partitura di spazi sentiti tutti su un piano» (Domus, 1951). «Il tono di questa casa - aggiunge - [...] si accorda perfettamente al colore milanese e, senza dubbio, la costruzione "invecchierà bene" poiché in tale colore è già stata intelligentemente inserita» grazie all'uso d'intonaco terranova in color terra d'ombra.
Un anno dopo la conclusione del cantiere, nel cortile dell'edificio Magistretti costruirà un laboratorio farmacologico (1951) commissionato dalla Ellem, la medesima società che - insieme all'immobiliare Del Ponte, gli aveva dato incarico per il condominio.
architettura per la residenza, il terziario e i servizi
G. Ponti, Una casa milanese; Un laboratorio industriale, in Domus 259, giugno 1951
M. Biagi, Vico Magistretti. Architetture milanesi, Milano, 2010, pp. 30-31