Casa in corso di Porta Romana, Milano

progetto
1962 - 1967
realizzazione
1962 - 1967
committenza

INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale)

caratteristiche costruttive

Struttura portante: Travi e pilastri in cemento armato

Serramenti: Finestre a nastro continue I serramenti in ferro sono giuntati a pannellature metalliche che inglobano le copertine spioventi dei davanzali-gocciolatoi

Facciata: Fasce marcapiano in cemento a vista

descrizione
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L'edificio in corso di Porta Romana è un'interessante esempio di come la filosofia domestica di Magistretti elaborata per l'alta borghesia milanese, si possa poi tradurre in soluzioni adatte a soddisfare l'esigenza dell'abitare moderno espressa anche da fasce di popolazione meno abbiente.

Nel dettaglio, il complesso è costituito da cellule abitative di ridotte dimensioni (dai trenta ai sessanta metri quadrati) che vengono standardizzate come unità funzionali aggregate in pianta e in alzato a formare il volume architettonico, la cui dimensione discende esclusivamente dal soddisfacimento delle norme edilizie. Questo perché l'intero edificio è studiato secondo una logica inversa a quella tradizionale: a partire dall'organizzazione dello spazio interno, che solo poi si riflette sulla composizione dei corpi di fabbrica e delle facciate, scandite da lunghe fasce in cemento a vista sulle quali poggiano finestre a nastro continuo. Queste ultime garantiscono un alto grado di flessibilità nella disposizione degli alloggi retrostanti, che sono disegnati secondo schemi funzionali e morfologici indipendenti dalle loro specifiche dimensioni: le colonne verticali attorno a cui si dispongono sono costitute dai due vani scala che servono ciascun piano e dai vuoti dei cavedii di servizio, attorno a cui si riuniscono i blocchi dei servizi igienici. Bagni e cabine armadio (che si usano anche come spogliatoio) costituiscono una sotto-unità indipendente, generalmente posta in continuità spaziale con le camere da letto (una per ogni alloggio). Le stanze e gli altri vani della casa sono immaginati come ambienti fluidi, separati solo da porte scorrevoli che possono essere lasciate aperte per integrare tra loro le funzioni in base alle ore della giornata o alle abitudini dei suoi abitanti. Completano il quadro le cucine - monoblocchi prodotti in serie e forniti dal costruttore che sono ospitati in nicchie affacciate sulla zona pranzo e mascherate da pareti a soffietto - e i numerosi ripostigli disegnati per sostituire i tradizionali armadi.

Lo schema strutturale e impiantistico, che nel suo complesso disegna un corpo di fabbrica a "H" con due corti interne e uno dei bracci lunghi allineato lungo il corso, consente inoltre la possibilità di aggregare tra loro diversi alloggi, per ottenere abitazioni di dimensioni più ampie.

categorie

architettura per la residenza, il terziario e i servizi

scheda a cura di Maria Manuela Leoni
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